ats-brianza.it

12/12/2019

 

ELIMINARE LA CONTENZIONE SI PUO’ (E SI DEVE). I PRIMI RISULTATI DELL’EFFICACIA DEL PROGRAMMA DI RIDUZIONE DELLA CONTENZIONE FISICA NELLE CASE DI RIPOSO IN ATS BRIANZA

 

La contenzione fisica è definita in letteratura come “qualsiasi azione, procedura o mezzo applicato o adiacente al corpo, che la persona non può controllare o rimuovere facilmente e che impedisce la libertà di movimento atta ad assumere una posizione di scelta e/o l’accesso al proprio corpo”.

Negli ospedali e nelle strutture residenziali per anziani l’impiego dei mezzi di contenzione è spesso motivato con la necessità di proteggere le persone fragili, evitare le cadute e controllare i disturbi del comportamento. Studi nazionali ed internazionali, e alcune esperienze virtuose anche italiane (Trieste, Padova, Bologna, Golgi- Abbiategrasso, Vendrogno-Lecco) hanno già dimostrato che la contenzione fisica può essere superata, anche nel rispetto dei diritti di libertà e di autodeterminazione, garantiti dalla Costituzione Italiana (artt. 13 e 32).

 

“Il progetto ATS Brianza libera da contenzione – spiega il Direttore Sociosanitario Lorenzo Brugola - ha visto la luce nel 2018, quando è stato costituito il Gruppo di Lavoro (GdL), formato da operatori della nostra ATS provenienti da diversi dipartimenti. Il progetto, pluriennale, mira a “rendere libero” il territorio dell’ATS Brianza dalla contenzione a partire dalle strutture residenziali per anziani per poi coinvolgere tutti i contesti di cura. Alla luce dell’esperienza di Trieste che il GdL ha avuto l’occasione di conoscere direttamente è stato stimato un tempo medio di realizzazione del progetto di circa dieci anni”.

 

Quest’anno il progetto ha riguardato due strutture, RSA Piccolo Cottolengo di Don Orione di Seregno (MB) e RSA Luigi e Regina Sironi Onlus di Oggiono (LC) che sono state coinvolte in un percorso di formazione accreditato sia residenziale (un evento di 8 ore) che sul campo (4 incontri di 4 ore ciascuno in ciascuna RSA), al quale hanno partecipato circa 80 operatori. Durante la formazione sul campo gli esperti e le singole èquipe hanno analizzato i casi più complessi, per i quali la rimozione della contenzione alimentava timori e preoccupazioni, per condividere strategie alternative per assistere senza contenere.

 

Parallelamente alla formazione degli operatori sono stati effettuati incontri con i familiari degli ospiti per informarli e coinvolgerli. Attraverso la creazione di una sezione dedicata al progetto nel sito istituzionale (www.ats-brianza.it), la diffusione attraverso i social media, comunicati stampa e articoli si sono informate e coinvolte le comunità locali e tutti gli stakeholder.

Sono state condotte due indagini di prevalenza, all’inizio (T0) e alla fine del percorso formativo (T1), i cui risultati sono stati oggetto di presentazione e discussione nel corso di un convegno tenutosi a Desio (MB) il 4 dicembre, che ha visto la partecipazione di molti direttori e operatori delle RSA, di rappresentanti del territorio (Comuni, Sindacati) e di strutture sanitarie per acuti.

 

 

I risultati, illustrati nell’immagine, dimostrano che un progetto condiviso e sostenuto da tutti i livelli dell’organizzazione, basato sulla formazione, la discussione di casi in équipe rende possibile ridurre la contenzione.

 

Per l’anno 2020 il progetto verrà ulteriormente rifinanziato da ATS Brianza, e prevede di coinvolgere almeno otto RSA, nonché di incrementare azioni di sensibilizzazione rivolte al territorio sul tema della tutela dei diritti delle persone fragili.

 

L’ATS Brianza si sviluppa nelle province di Monza e Lecco, ha una popolazione residente di 1211000 abitanti, dei quali il 18,5% con più di 65 anni (11, 4% con più di 75 anni). Sul territorio di ATS Brianza sono presenti 68 Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), per un totale di 6041 posti letti autorizzati. Nel 2018 sono state assistite complessivamente 5335 persone.

 

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